Scanner Official Website
Scanner Scantropolis Cover
Artist: Scanner
Location: Germany
Line-up: Lisa Croft (vocals), Axel Julius (guitars), Thilo Zaun (guitars), Johannes Brunn (keyboards), Marc Simon (bass), Jan Zimmer (drums)
Album: Scantropolis
Label & Pubblication Year: Massacre, 2002
Tracklist: Till the ferryman dies/ Hallowed be my name/ Flight of the eagle/ Turn of the tide/ Always Alien/ Engel Brechts/ Sister Mary/ The gambler/ Rest in pain - R.I.P./ Till the ferryman dies (Live in Stockholm)
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Ed ecco ritornare gli oramai dati per dispersi e disciolti tedeschi Scanner che ci avevano lasciato nel lontano 1997 con l’ottimo “Ball of the damned”, sempre su Massacre Records, album dove il power metal di origine ‘80s dei nostri veniva spinto verso lidi leggermente più progressivi rispetto al passato. La line-up dopo 5 anni risulta quasi del tutto rinnovata e troviamo come unici superstiti il chitarrista Alex Julius, membro fondatore vera anima della band ed il bassista Marc Simon già con gli Scanner dal precedente lavoro. La band ora punta sulle prestazioni vocali di Lisa Croft, una sorta di incrocio fra la graffiante Doro e la più epica Jutta Wienhold dei vecchi Zed Yago. La direzione stilistica sembra abbandonare quasi del tutto i canoni del genere power per lasciare spazio a divagazioni pseudo progressive, dove ricoprono un ruolo fondamentale tastiere dal feeling spaziale e suadenti melodie disegnate dalla brava Croft. E’ chiaro come in questo capitolo, il 5° della loro carriera, gli Scanner abbiano voluto rimarcare un taglio più o meno netto con il loro passato, creando un sound che tende a distaccarsi ampiamente da quello delle zucche di Amburgo (…leggasi Helloween)! “Till the farryman dies” fa da apripista, giocando su un intreccio di chitarre mai troppo agressive e tappeti di tastiere che ci guidano fino alla parte centrale, dominata da melodie dal sapore epico. “Hallowed be my name” parte più sparata fra i tipici riff old Scanner e stacchi maestosi di vaga matrice Nightwish per poi lasciare spazio ad un refrain rallentato dove a farla da padrone sono le tastiere di Johannes Brunn e la buona prestazione vocale della Croft. “Flight of the eagle” ci propone riff quadrati ed un refrain discretamente potente spezzati ancora una volta dall’accopiata Croft-Brunn. “Turn of the tide” ci mostra un lavoro di tastiere orientato verso sonorità più spiccatamente spaziali ed effetti elettronici più o meno azzeccati. Il lento “Always Alien” apre la strada ad “Engel Bretchs” cantata in lingua madre e di stampo gothic metal. “Sister mary” risulta essere un incrocio fra buone dosi del tipico power alla Scanner e i grandi Queensryche dai quali viene quasi in toto ripreso il clamoroso refrain epico di “Suite sister Mary”! “Rest in Pain” e la versione live di “Till the farryman dies” non aggiungono molto altro a questo straniante episodio della saga Scanner. Se la vostra mente è aperta all’universo metal nelle sue molteplici forme potreste dare una possibilità al vecchio Julius altrimenti se siete totalmente dediti al verbo del true metal lasciate pure perdere!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 6